La Sindone (in greco sindon, lenzuolo) è un telo di lino (cm 441 x 113) su cui sono visibili due righe scure e numerosi fori triangolari: sono le tracce di un incendio avvenuto nel 1532 a Chambéry (Francia). Si notano anche aloni provocati da acqua. Al centro si scorge una doppia figura umana, frontale e dorsale. Un’antica tradizione ritiene che la Sindone sia il lenzuolo funebre di Gesù Cristo. Il telo è stato in possesso dei Savoia dal 1453 fino al 1983, quando Umberto II lo donò al Papa. Dal 1578 è conservato a Torino.
Il negativo fotografico, grazie alle prime foto di Secondo Pia nel 1898, rivelò in maggiore dettaglio le sembianze del corpo e fece nascere l’interesse della scienza. Numerosi medici da allora hanno potuto condurre una serie di indagini medico-legali. Dal chiaroscuro dell’immagine si può ricavare la forma tridimensionale del corpo, peculiarità unica. Si notano anche numerose macchie di sangue: era il cadavere di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso con chiodi e trapassato da una lancia al fianco destro. Il tempo di contatto fra corpo e lenzuolo è stato valutato attorno alle 36-40 ore. Tutto coincide con la narrazione della Passione di Gesù Cristo nei Vangeli. L’origine dell’impronta umana, formatasi tramite un processo di disidratazione e ossidazione delle fibrille superficiali del lino, rimane ancora un mistero. Alcuni esperimenti suggeriscono che l’immagine si potrebbe spiegare come effetto di una potentissima luce sprigionata dal corpo.
Le prime notizie storiche certe dell’esistenza della Sindone risalgono a metà del XIV secolo, ma esistono indizi consistenti della sua esistenza già nei secoli precedenti. Inoltre l’analisi di molte raffigurazioni artistiche del Volto di Gesù mostra sorprendenti somiglianze con quello della Sindone. Per questo alcuni esperti sostengono che essa sia stata il prototipo delle rappresentazioni del Volto del Signore. Un gruppo di scienziati, lo Shroud of Turin Research Project, nel 1978 ha esaminato la Sindone con le più moderne attrezzature scientifiche del tempo. Essi nel 1981 pubblicarono i risultati in oltre 20 articoli su riviste scientifiche referenziate, concludendo che la Sindone ha avvolto un vero corpo umano, flagellato e crocifisso. L’immagine non è il prodotto di un artista.
Nel 1988 la Sindone fu datata con il metodo del Carbonio 14, che la fece risalire al 1260-1390 d.C. Però attualmente questo risultato è ritenuto inattendibile per un tessuto che ha attraversato vicissitudini come quelle della Sindone. Molti altri studi scientifici avvalorano invece la sua autenticità.
Nella Cattedrale di Oviedo, da cui parte il Cammino Primitivo di Santiago, dal IX secolo è conservata una tela di lino insanguinata di 84 x 53 cm chiamata Santo Sudario o Pañolón. Questo Telo è menzionato nel Vangelo di San Giovanni al capitolo 20. Studi forensi hanno dimostrato che le macchie di sangue coincidono con quelle presenti sul volto e sulla nuca dell’Uomo della Sindone. Gli studiosi dell’EDICES (Equipo de Investigación del Centro Español de Sindonología) hanno dedotto che il Sudario verosimilmente è stato avvolto attorno al capo e al viso di Gesù morto, ancora inchiodato alla croce, nella deposizione e nel trasporto al sepolcro, dove il panno sarebbe stato tolto per deporre il cadavere nella Sindone. La sua funzione principale fu quella di evitare la dispersione di altro liquido ematico misto a liquido polmonare durante queste fasi. Rimosso dal capo, venne collocato nella sepoltura insieme al corpo, come prescritto dalle usanze funebri giudaiche. La Sindone e il Sudario hanno la stessa composizione merceologica e la stessa tecnica di lavorazione, con la torcitura a "Z" dei fili, anche se la Sindone è tessuta a spina di pesce mentre il Sudario è a trama ortogonale. L'origine appare la stessa: l'area medioorientale. I pollini aiutano la ricostruzione del percorso geografico di entrambe le reliquie che avrebbero soggiornato nell'area di Gerusalemme per poi giungere in Europa attraverso due diverse strade: la Turchia per la Sindone, il Nord Africa per il Sudario.